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Emergenza Emilia Romagna – Facciamo la nostra parte!

In poco meno di 20 giorni sul territorio dell’Emilia Romagna sono caduti più di 350 milioni di metri cubi d’acqua, provocando l’esondazione di 23 corsi d’acqua e 1000 frane e smottamenti, coinvolgendo più di 100 comuni.

15 persone hanno perso la vita a seguito di questo evento climatico estremo e migliaia sono le persone che hanno perso la casa e tutti i loro averi.
Ormai da più di una settimana chi vive quei territori è impegnatə a spalare il fango, a svuotare le cantine e i luoghi colpiti dall’inondazione, lavorando per tornare alla normalità.
Vogliamo dare anche noi una mano, raccogliendo i materiali necessari alla pulizia delle città e delle strade e sostenendolɜ in questa situazione drammatica.

Chiunque voglia, potrà portare in CASA ACMOS gli attrezzi e gli strumenti richiesti, o sostenere con donazione l’acquisto del materiale necessario che faremo arrivare sul territorio colpito dall’alluvione, grazie al rapporto costruito con il MOVI Ravenna.

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RIGHTS FOR EU – Il Meridiano d’Europa 2023 a Varsavia

Il Meridiano d’Europa 2023 è stato in Polonia, a Varsavia, un Paese in cui lo Stato di Diritto è messo a dura prova, venendo meno a quegli ideali di diritti e libertà che sono i fondamenti dell’Unione Europea. Dal 6 al 10 maggio abbiamo ragionato sulla situazione che si sta verificando in Polonia, cercando di continuare a costruire un’Europa basata sui diritti.

RIGHTS FOR EU, infatti, è il titolo di questa nona edizione del nostro viaggio.

 

Il Meridiano d’Europa è realizzato dalla rete nazionale We Care, con il patrocinio della Commissione Europea.

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Chiara e il rapporto con il suo corpo – l’intervista per il festival “Tu mi hai capito?”

“Il mio rapporto con il corpo è stato molto difficoltoso da quando andavo alle elementari e pian piano questo mio malessere si è trasformato in odio verso il cibo, che fino ad allora amavo ma che poi ho visto come il mio più grande nemico”

Queste sono le parole di Chiara attraverso cui ci racconta il rapporto con il suo corpo e l’anoressia nervosa.

Attraverso la collaborazione con Altramente e Tutto Annodato per il festival “Tu mi hai capito?” abbiamo potuto realizzare alcune video interviste dove giovani come lei si sono apertɜ raccontandoci le loro difficoltà.

Il benessere psico-fisico dellɜ giovani dev’essere una priorità delle agende politiche. Dobbiamo abbattere quella stigmatizzazione corrosiva e trovare delle risposte per rendere la nostra società più accogliente e attenta!

Guarda l’intervista!

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La testimonianza di Chiara per il festival “Tu mi hai capito?”

In preparazione agli incontri con lɜ studentɜ per il festival “Tu mi hai capito?”, grazie alla collaborazione con AltraMente e Tutto Annodato, abbiamo potuto realizzare delle video-interviste ad alcunɜ giovani che hanno avuto la forza e il coraggio di raccontarci le loro difficili esperienze.

 

Per questa intervista ringraziamo Chiara che ci ha raccontato cosa abbia voluto dire per lei relazionarsi con lɜ altrɜ, sia a livello scolastico che all’esterno, convivendo con il suo malessere.

 

“Nello specifico della salute mentale ti piacerebbe che ci fossero dei cambiamenti in particolare?”

“Anche solo portare (all’attenzione) l’argomento perché comunque è ancora tanto un tabù”

 

Grazie davvero Chiara per l’esempio che ci hai dato e per la forza con cui hai affrontato anche questa esperienza. Speriamo che anche attraverso questo nostro impegno si possa davvero portare all’attenzione pubblica il grande e complicato tema del benessere psicologico dellɜ più giovani!
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Corpi per la libertà – Il racconto del nostro 25 Aprile

Una fiumana di gente scesa in strada, accendendo le fiaccole e camminando insieme, compattɜ, per ribadire il valore fondamentale dell’Antifascimo per la nostra libertà e per la nostra Costituzione.

 

In tantɜ avete camminato con noi fino alla targa in memoria di Adriano Ferrero, per ricordare quel giovane studente che fece del suo corpo azione politica e che per questo venne ucciso. Continueremo, con il nostro lavoro e il nostro impegno, a portare avanti quell’idea di Pace e Libertà che, per moltɜ, significò il sacrificio. Lo faremo per loro e per il futuro di tuttɜ!

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Sete di Pace – Gli scatti dai territori ucraini colpiti dal conflitto

Da sabato 29 Aprile a domenica 14 Maggio sarà possibile visitare la mostra “Sete di Pace” presso Binaria – Centro Commensale in Via Sestriere 34, Torino, negli orari di apertura del centro.

Sabato 29 Aprile, alle ore 10, si terrà l’evento di apertura della mostra con le testimonianze dellɜ giovani di Acmos che hanno preso parte alle carovane sul territorio ucraino per dare aiuto e sostegno allɜ civili rimastɜ.

 

La mostra fotografica “Sete di Pace” racconta attraverso 60 scatti le missioni umanitarie della Rete nazionale Stopthewarnow.

 

Nel corso dell’anno sono state realizzate infatti 5 Carovane della Pace che hanno portato inUcraina oltre 650 rappresentanti della società civile compiendo innumerevoli azioni per sostenere la popolazione, grazie anche alla presenza costante dei volontari.

“Tornate in Italia e raccontate quello che sta succedendo qui” è la richiesta che ci hanno fatto le persone incontrate in Ucraina. Per questo vogliamo dare voce alle storie e alle testimonianze di chi subisce la guerra e dei volontari italiani che hanno scelto di essere al loro fianco.

La mostra è una cornice dentro la quale si terranno incontri, testimonianze e tavole rotonde per tenere alta l’attenzione sul tema della risoluzione del conflitto e per incentivare il coinvolgimento di quante più persone possibili alla costruzione attiva della pace.

“Sete di Pace” è stata ideata e realizzata da un collettivo di fotografi e volontari della Rete Stopthewarnow
e della Comunità Papa Giovanni XXIII.

 

Sarà possibile visitare la mostra presso Binaria – Centro Commensale in Via Sestriere 34, Torino.

L’evento è organizzato da Acmos, Libera Piemonte, Binaria e il Gruppo Abele

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Cosa metto sul piatto?

Domenica 30 aprile, il primo bene confiscato restituito alla collettività in Piemonte, ospiterà una giornata di approfondimento e discussione sui temi del caporalato e dello sfruttamento bracciantile nelle campagne italiane. Si tratta di Cascina Arzilla, sita in Via Regione Serafini a Volvera (TO), dove alle ore 17,00 prenderà il via la tavola rotonda dal titolo “Caporalato e sfruttamento lavorativo”: esperti, sindacalisti e associazioni si confronteranno sulle durissime condizioni che i lavoratori della terra, spesso migranti, si trovano a subire nelle campagne italiane, tra indifferenza e sfruttamento.

 

Alle ore 19,00, inoltre, è previsto un apericena solidale con i prodotti provenienti dai beni confiscati alle mafie e della filiera trasparente Coop e Nocap. I proventi dell’apericena saranno utilizzati per raccogliere fondi da destinare alle attività sociali e di riutilizzo della Cascina.

Alla tavola rotonda “Caporalato e sfruttamento lavorativo” saranno ospiti:

Alessandro Stella – segreteria Flai CGIL Torino, delega agricoltura

Davide Donatiello – sociologo

Davide Mattiello – consulente commissione parlamentare antimafia

Enrico Nada – responsabile attività sociali Nova Coop

Valentino Affinita – associazione Terra!

 

Per partecipare all’apericena è necessario prenotare entro giovedì 27 aprile scrivendo a cascina.arzilla@acmos.net o contattando il numero 334 793 8993.

L’evento è organizzato da ACMOS, Libera Piemonte e Nova Coop, con la partecipazione di Flai CGIL e Terra!, con il patrocinio del Comune di Volvera.

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Corpi per la Libertà: 78° anniversario dalla liberazione del nazifascismo

Un corteo, per le vie di Torino, per non dimenticare la lotta di resistenza partigiana e il sacrificio di quantɜ hanno perso la vita per riconquistare la libertà.

Come ogni anno, aderiamo alle fiaccolata per celebrare il 78° anniversario dalla liberazione del nazifascismo.

Al termine delle orazioni ufficiali in Piazza Castello, sfileremo con Libera Piemonte e Benvenuti in Italia fino a via Rossini, davanti alla lapide di Adriano Ferrerogiovane studente ucciso dai nazifascisti, dove attraverso letture e riflessioni ricorderemo lɜ tantɜ giovani che come Adriano persero la vita per mano della violenza fascista per non aver rinunciato alle proprie idee di libertà e giustizia.

Appuntamento martedì 24 Aprile, da Piazza Arbarello (To), h. 20.00.

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Tu mi hai capito? – Un festival diffuso

Tu mi hai capito?” è un festival diffuso che vuole affrontare in maniera profonda e creativa il tema della salute mentale delle giovani generazioni.

Il periodo della pandemia ha lasciato profonde ferite nelle esperienze di vita di tuttɜ noi, contribuendo a rendere ancora più fragile l’idea di futuro di tantɜ ragazzɜ, sulle cui spalle grava già il peso della crisi climatica, della mancanza di lavoro, della riduzione delle prospettive di autonomia e felicità: tutto questo mentre il mondo intorno a loro continua a chiedere di essere sempre sorridenti, sempre performanti, sempre al “top” attraverso una narrazione tossica e pericolosa che premia solo chi ce la fa, relegando le persone in difficoltà in un angolo buio facendole sentire sbagliate, diverse, malate.
Abbiamo raccolto la disponibilità di tante esperienze culturali torinesi a lavorare con noi a questa iniziativa, invitando la Città a partecipare ad un evento diffuso che sappia mescolare linguaggi diversi: formazioni specifiche, arte, teatro e assemblee scolastiche, cinema ed educativa di strada, letteratura e attivismo.
Tanti sentieri paralleli per convergere verso un unico obiettivo: quello di parlare, confrontarsi e decidere insieme come prendersi cura di un fenomeno complesso che ci riguarda tuttɜ.
Scopri il programma del festival sulla pagina dedicata!
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Democrazia Futura: il campus di Biennale Democrazia

Dal 22 al 26 marzo 2023 si è tenuto a Torino “Democrazia Futura”: il campus di Biennale Democrazia.

 

200 ragazzi e ragazze hanno soggiornato presso gli ostelli Combo e Open 011, hanno seguito gli incontri previsti dal programma e hanno riflettuto su diritti e futuro, sotto la guida degli animatori di ACMOS.

 

Abbiamo raccolto i momenti più belli del campus in una playlist.

 

Guarda anche tutte le foto di Democrazia Futura qui.

 

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L’arte in carcere, a Torino

Ieri mattina presso la casa circondariale Lorusso e Cotugno è avvenuta un’iniziativa preziosa.

È stata infatti inaugurata una mostra permanente di opere, composta da oltre 50 esemplari, realizzate a mano dagli studenti ristretti e non del Primo Liceo Artistico. Il percorso che ha portato alla presentazione di questi pannelli, è stato possibile grazie alla disponibilità della direzione del carcere nella persona della dott.ssa Buccoliero, della dirigenza del Liceo, oltre che ovviamente per merito della passione e del talento dei docenti (curatrice dell’installazione la prof.ssa Gallo e del progetto musicale la prof.ssa Bertuglia) e e degli studenti coinvolti; questi ultimi, presenti in delegazione al momento, hanno ribadito quanto sia importante la possibilità di dipingere, per chi si trova in stato di detenzione, perchè ciò può contribuire al benessere e alla serenità della persona, in maniera determinante. Le opere sono state l’occasione per gli studenti, per esprimere la propria creatività, spaziando dai ritratti, ai paesaggi, a composizioni più metaforiche o oniriche.

La mostra si trova nel padiglione A, luogo in cui si svolgono attività molto diverse. Si è ribadito, trovando tutti concordi, quanto una simile esperienza sia stata anche l’occasione di abbellire e colorare, una parte di una struttura che purtroppo spesso è grigia e anche sporca. L’auspicio è quello che possano continuare collaborazioni, magari anche in altre ale della casa circondariale.

Per usare un’espressione a noi cara, l’arte libera il bene!

 

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La potenza della relazione crea legami indissolubili

Il percorso che ci ha spinte a partire per Mykolaiv nasce da ben prima di venire a conoscenza di questo progetto. Risale a qualche anno fa, quando entrambe abbiamo preso coscienza del fatto di voler essere parte attiva di questo mondo, ognuna con le proprie esperienze. Pian piano è maturata in noi la consapevolezza di quanto fosse centrale e importante pensarsi all’interno di un mondo che è relazione cercando di renderlo, anche nel nostro piccolo, più umano, solidale e sostenibile.

 

Ciò che ci ha spinte a partire sono stati il desiderio di fare qualcosa per queste persone e seguire questa idea di educazione secondo la quale bisognerebbe cercare di lasciare il mondo un po’ migliore di come lo abbiamo trovato. Forte era, e continua ad esserlo, la convinzione che chiunque abbia un privilegio debba metterlo al servizio di chi, invece, quella stessa condizione non la vive. Non è possibile pensare di lottare ogni giorno per una causa, lasciandone indietro un’altra. Mettersi in gioco in questo progetto ha significato mettersi al servizio di un mondo che chiede pace e il modo più bello per farlo è cercare di costruirla attraverso una relazione di bene e in sincerità con il prossimo. Il rapporto comunitario è casa e casa è il mondo. Sapere di non essere soli, a volte è ciò che serve per darci la forza di andare avanti, un passo alla volta.

 

Non avevamo un’esatta consapevolezza di ciò che avremmo potuto trovare, ma eravamo consapevoli di ciò che ci ha spinte a intraprendere questo viaggio. Siamo partite con la supponenza che ciò che saremmo andate a fare avrebbe potuto aiutare nel concreto qualcuno e quindi è venuto naturale pensare di rimboccarsi le maniche e mettersi all’opera. Fare e mettere a disposizione le proprie energie era quello che ci aspettavamo.

 

La realtà dei fatti è invece stata che non era tanto una questione di preparare pacchetti alimentari o caricare il furgone con beni materiali da portare nei villaggi quanto più mettere l’Io a disposizione e quindi naturalmente Stare, vivere la vita di comunità: giocare a ping pong, farsi compagnia, mangiare insieme.

 

Tante sono le emozioni che abbiamo vissuto in quei giorni e che ancora oggi ci accompagnano. È difficile metterle in fila, comprenderle e provare a raccontarle. Eravamo state messe a conoscenza del fatto che si sarebbe potuta attivare la sirena di allerta, ma sentirla realmente non è una cosa che ci ha lasciate indifferenti, un mix di spavento e impotenza. Ci si rende conto, anche se solo in minima parte, di ciò che per un anno è stata la realtà per le persone ucraine. Eppure, la dolcezza e la spontaneità con le quali siamo state accolte ci hanno fatto sentire parte di questa grande famiglia, come se anche noi ci fossimo dentro da tempo. E nemmeno per un solo istante ci siamo sentite abbandonate a noi stesse. È stato molto toccante anche ascoltare le loro storie e il loro vissuto, in particolare percepire l’amore che queste persone provano per il loro Paese tanto da dire che la scelta di rimanere è derivata dal fatto che andarsene sarebbe stato come lasciare indietro una persona malata.

 

Il filo rosso che collega il nostro vissuto e che continua a farlo ancora adesso, una volta tornate, è la potenza della relazione. Vedere come il fatto di essere lì, insieme, e di condividere anche se per poco tempo una situazione ingiusta e dolorosa sia stato in grado di cambiare fisicamente i connotati delle persone coinvolte. Intuire come la forza di quello che insieme stavamo costruendo fosse anche solo per un momento rivoluzionario. Quel sorriso scambiato di fretta ne avrebbe potuti generare altri cento, quelle parole tradotte male erano l’unica compagnia da noi desiderata. Queste sono tutte consapevolezze concrete che custodiremo come ciò che di più prezioso abbiamo.

 

La paura era quella di lasciarli indietro una volta tornate in Italia. Non volevamo che questo viaggio finisse nel cassetto delle esperienze assistenzialiste da collezionare. E non è retorica quando diciamo che la condivisione di vissuti esplicita o silenziosa, attraverso piccoli gesti, ci abbia legate indissolubilmente a Julia, Marina, Oleg, Natalia, Carolina, Vika, Costi, Masha, Emma, Chiril, Michela, Alexey, Sergey, Oleg il meccanico, Jack, Lili, Liuba, Cappa, Sasha e a tutte le altre persone che abbiamo incontrato.

 

Alessia & Giulia

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ORA E SEMPRE IN DIFESA DI GKN: TENETEVI LIBER3 IL 25 MARZO

Nel 9 luglio del 2021 la Gkn di Firenze sale alle cronache nazionali: una mattina, una mail licenzia tutti lɜ 422 lavoratorɜ. Da lì scaturisce una lotta che ad oggi è già storia: l’assemblea permanente, il motto Insorgiamo, la convergenza con il resto delle lotte sociali e ambientali.

 

Quei licenziamenti vengono sconfitti. Prendono con il tempo però un’altra forma: quella dei licenziamenti per logoramento, silenziosi, non dichiarati ma ugualmente efficaci.

Ad oggi sono stati bruciati 220 posti di lavoro: 90 dei quali nell’ultimo anno con l’arrivo della nuova proprietà. Gli accordi tra l’acquirente e Gkn stessa rimangono riservati. Si fanno grandi promesse ma, di tavolo in tavolo, di rinvio in rinvio, non arrivano né piani industriali né investitori. Le istituzioni tollerano di fatto tale gioco: ad ogni incontro istituzionale la pazienza non ha mai limite ed ogni limite trova una nuova pazienza.

 

Il Collettivo di Fabbrica la chiama da subito la tattica della rana bollita: la rana viene cotta a fuoco lento, senza che se ne renda conto. E quando infine capisce di essere stata giocata, non ha più la forza per saltare via.

Da 20 mesi l’assemblea permanente è sempre la stessa, stesso obiettivo: preservare una risorsa industriale, tutelare i posti di lavoro. L’obiettivo dell’azienda, evidentemente anche: mandare via lɜ lavoratorɜ dalla fabbrica e smantellarla. La speculazione finanziaria ha forse semplicemente lasciato il posto a quella immobiliare.

Contro ogni previsione, l’assemblea permanente però resiste. E allora l’attacco dell’azienda si fa sempre più feroce. Dal logoramento passa a quella che abbiamo chiamato: la tattica dell’assedio.

Assedio “per fame”: da novembre 2022 non vengono più pagati gli stipendi.

Viene di fatto azzerato il contratto nazionale e interno: diritti acquisiti da 60 anni di lotte, ereditati internamente dalla vecchia Fiat di Novoli. Se osano comportarsi così, in una vertenza nazionale e alla luce del sole, cosa succede quotidianamente nelle piccole aziende, nei capannoni, nei magazzini, nei campi, nel turismo stagionale?

Si cerca di fare terra bruciata attorno agli assediati, a screditare la RSU, il Collettivo di Fabbrica, il movimento dellɜ solidali, la Società Operaia di Mutuo Soccorso Insorgiamo, l’assemblea permanente.

 

L’assemblea permanente chiama oggi a una nuova mobilitazione di popolo, operaia, di intellettuali, artisti solidali, dalla parrocchia al centro sociale, di tutte le organizzazioni sindacali, mutualistiche, dei movimenti ambientalisti e transfemministi il 25 marzo a Firenze.

Per la rana è arrivata la necessità di saltare. O la peggiore sconfitta o un salto verso il futuro. Ognuno al proprio posto. Liberiamo Gkn, rompiamo l’assedio, tentiamo il futuro.

Teniamoci liberɜ il 25 marzo, prontɜ ad andare a Firenze. Sosteniamo la campagna di crowdfunding per la reindustrializzazione autogestita. Intervento pubblico ora.

 

Per saperne di più -> Insorgiamo.org

 

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